Best Covid Ads 2020

I tre migliori annunci di questo periodo e perché

Riccardo Garavaglia
5 min readMay 16, 2020

È interessante notare come non sia cambiato nulla nel tono dell’advertising italiano fra il pre e il post Covid. Sono anni che qualsiasi cosa venda il tuo brand, te lo vendiamo con un piano emozionale in sottofondo, primi piani intensi montati con scene generiche “di vita vera”, un super/voiceover che vaneggia di filosofia spiccia condita da spruzzate di valori progressisti e/o riferimenti patriottici alla bisogna.

Sarà che la nostra economia era in emergenza da anni, ma il format pandemico noi pubblicitari italiani lo abbiamo imposto come un lockdown già a inizio 2000, altro che Conte, altro che Xi Jinping.

Quindi caleremo un velo pietoso sulla comunicazione Covid che abbiamo dovuto subire da parte di supermercati, telco, passate di pomodori, paste, deodoranti e compagnia cantante, anche perché ne ho pieni i coglioni di criticare pubblicità di merda, voglio parlare di cose belle, anche se questo vuol dire trovarne solo tre negli ultimi due mesi.

JEEP — The Great Indoors

Se la nota società anglo/olandese esce in Italia con uno dei più pelosi spot della storia della pubblicità, praticamente un inno all’autarchia scomposto, declamato da uno speaker afasicoh, non così fa in Australia dove, non dovendo chiedere 6 miliardi di garanzie fiduciarie al suo Governo, può fare a meno delle minchiate credere-ubbidire-combattere e darsi a della sana creatività.

Ne consegue una campagna regalataci dalla Cummins&Partners di Melbourne, tre soggetti stampa che interpretano in chiave lockdown il format istituzionale del brand (griglia e positioning) in maniera perfetta.

È una sintesi visiva classica, senza tempo, roba che 60 anni fa sia Bernbach che Testa si sarebbero smanacciati tutti libidinosi a vederla, ma soprattutto, aggiungerei, è una campagna che ci commuove perché dimostra che forse un copywriter che sa ancora cosa sia il valore aggiunto del suo mestiere esiste ancora.

Secondo me è uscita solo su Ads of the World, ma che me frega, mica faccio la guardia io.

La stessa strategia per lo stesso cliente la troviamo poco curiosamente dall’altra parte del mondo, dove però la Mood Perù di Lima non ha dimostrato la stessa ambizione, la stessa visione, la stessa qualità. Mi è capitata sotto gli occhi per caso, quindi perché perdere l’occasione per massacrarla quando volevo essere solo positivo e costruttivamente educativo? Perché alla fine non gliela faccio.

Questo annuncio fa da contraltare ai tre precedenti nella sua mancanza di vita, nella sua bruttezza visiva, nel suo copywriting senza ispirazione, con una head che non basta, ci devi mettere pure una sub, la devi pure boldare per metà e ancora non sei riuscito ad aggiungere nulla all’annuncio se non del testo inutile.

Ora, io lo so che il format è questo che a me fa tanto Quei Bravi ragazzi col tizio buttato nel bagagliaio e che è un problema mio, ma anche tutto quel nero, boh, che palle, vedete che gli Australiani se ne sono fregati, non potevate fregarvene anche voi?

BURGER KING — Stay Home of the Whopper

Machado non ci delude mai, figuriamoci se perdeva l’occasione di fare la sua porca figura e uscire con un pezzo da marketing masterclass pure in Lockdown. Stay Home of the Whopper non vincerà Cannes quest’anno, un po’ perché non è abbastanza oltre, un po’ perché non ci sarà nessun Cannes quest’anno, ma è tutto quello che avrei mai potuto desiderare in questo momento: social insight brillantemente parodiato, invenzione visiva un po’ a la Old Spice, differenziazione di tono (tutti che vi massacrano le palle noi invece vi facciamo ridere), la “togetherness” che non è solo a parole ma end benefit vero per il consumatore (delivery gratis) e per la società (pranzi gratis alle infermiere).

Se Burger King ha dimostrato negli anni di poter fare cose molto più estreme, è in pezzi di marketing creativamente geometrici come questo, in tempi inesplorati come questi, che dimostra che tutto il personal branding del suo CMO che masochisticamente ci costringiamo a subire ogni giorno su Linkedin sia in qualche maniera meritato, che insomma ci tocchi.

Agenzia: FCB North America

MANOMANO — Puoi farlo da Te

Colpo di scena alla prima posizione con la campagna di ManoMano — marketplace di fai da te e giardinaggio francese — che in realtà si è trovata per caso a uscire ai primi di aprile e che in realtà non ha la togetherness di cui parlavamo, ma che alla fine faccio vincere lo stesso perché fra un “aggeggio per bucare cose” e un hamburger industriale, a casa mia vince sempre l’aggeggio per bucare cose e pure a mani basse.

Anche questo pezzo segue il filone della parodia eroica, una cosa che a quanto pare non mi stanca mai, e che in questo caso mi gratifica ancora di più perché avevo provato a farlo con Leroy Merlin anni fa ma non c’ero riuscito.

Un’idea semplice semplice che nasconde un insight gigantesco per le pippe del fai da te come il sottoscritto: la soddisfazione atavica di costruire qualcosa di utile, la meta rappresentazione dell’imperativo biologico maschile, Darwin sublimato insomma, ma questa ve la spiego un’altra volta.

Agenzia Marcel Paris (sì, quella che anni fa ci deliziava con France 24 Now in Arabic una delle nostre campagne preferite di sempre).

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